Questa che si presenta restaurata esemplifica bene il tipo di casa rupestre: si tratta di due grandi ambienti separati da un tramezzo (anch'esso tagliato nella roccia), in cui pareti e pavimento sono di pietra accuratamente lavorata. Nel vano anteriore è ancora visibile un silo per la conservazione degli alimenti, mentre una cisterna in quello posteriore è coperta da una successiva trasformazione della casa; alcuni buchi nel piano di roccia indicano la presenza di pali di legno per la copertura. Questa prima fase è databile, per analogia con altre case scavate in diversi punti di Segesta, alla fine del VI secolo a.C. (Fase I). Dopo una occupazione, scarsamente documentata, nel II secolo a.C., una radicale trasformazione si ebbe in epoca augustea: nel vano posteriore venne ricavato un altro piccolo ambiente ed al muro di fondo vennero addossati un forno e due altari per i culti domestici; le pareti vennero intonacate e la roccia pavimentata con cocciopesto. L'aspetto della casa, a giudicare dalle cornici di stucco che si sono rinvenute e dalla cura dell'allestimento interno, doveva essere signorile; non si esclude la presenza di un secondo piano (Fase II). Un incendio causò l'abbandono nel I secolo d.C. e la sua trasformazione in discarica di rifiuti. In età sveva (fine XII-XIII secolo), infine, il passaggio tra le due stanze venne chiuso e l'ambiente anteriore venne rioccupato da un nucleo di abitazioni monofamiliari, ciascuna dotata di un focolare (Fase III).
Abitato Rupestre
Scavi recenti hanno rivelato che le abitazioni più antiche della città (almeno dalla fine del VI secolo a.C.) erano realizzate lungo i pendii del monte, praticando tagli regolari nel banco roccioso e innalzando alcuni tratti in muratura solo dove la roccia tagliata non raggiungeva l'altezza desidera