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Teatro

Teatro

A partire dalla seconda metà del II sec. a.C. furono eretti sull’Acropoli nord del Monte Barbaro numerosi monumenti pubblici quali l’agorà, il bouleutèrion, il ginnasio, il teatro e, quasi certamente, un tempio.

Attraverso una larga strada lastricata  si accedeva al teatro,  costruito in calcare locale.  Esso presenta le forme tipiche dell’architettura  greca,  anche se, a differenza di queste,  la cavea,  con i sedili per gli spettatori, venne interamente  costruita e sostenuta da un potente muro di contenimento (anàlemma).   La cavea, che poteva ospitare circa 4000 persone, è suddivisa orizzontalmente da un largo corridoio (diàzoma) delimitato da sedili dotati di schienale e, verticalmente, da sei scalette che formano sette cunei (kerkìdes) di dimensioni variabili.  Recenti  ricerche hanno documentato l’esistenza fra i due ingressi di un settore di summa cavea,  parzialmente rioccupato da una necropoli musulmana e, successivamente, da case medievali. Un pozzo e un serbatoio d’acqua, risparmiati nella parte occidentale del muro di anàlemma, dovevano certamente servire a soddisfare le necessità  del pubblico e degli attori.   All’orchestra si accedeva dagli ingressi laterali (pàrodoi). Pochi filari di blocchi permettono di ricostruire la pianta della scena (skené), un edificio di due piani negli stili dorico e ionico, con due corpi laterali avanzati (paraskénia) ornati da satiri scolpiti in altorilievo. Nella prima età imperiale romana il Teatro subì delle trasformazioni:  lo spazio dell’orchestra fu ampliato eliminando una fila di sedili e fu ingrandita la fronte scenica. In età medievale (secoli XII e XIII) le aree del teatro e della strada furono rioccupate da un vasto settore dell’abitato, come documenta, in particolare, la grande casa a due piani visibile nella media cavea occidentale.